mercoledì 15 giugno 2022

Giudici 6, 33 - 15/06/2022 - Gedeone vince con un piccolissimo esercito

 PRIMA LETTURA

Dal libro dei Giudici
6, 33 – 7, 8. 16-22
Gedeone vince con un piccolissimo esercito
   In quei giorni tutti i Madianiti, Amalek e i figli dell’oriente si radunarono, passarono il Giordano e si accamparono nella pianura di Izreel. Ma lo spirito del Signore investì Gedeone; egli suonò la tromba e gli Abiezeriti furono convocati per seguirlo. Egli mandò anche messaggeri in tutto Manàsse, che fu pure chiamato a seguirlo; mandò anche messaggeri nelle tribù di Aser, di Zàbulon e di Nèftali, le quali vennero ad unirsi agli altri. Gedeone disse a Dio: «Se tu stai per salvare Israele per mia mano, come hai detto, ecco, io metterò un vello di lana sull’aia: se c’è rugiada soltanto sul vello e tutto il terreno resta asciutto, io saprò che tu salverai Israele per mia mano, come hai detto». Così avvenne. La mattina dopo, Gedeone si alzò per tempo, strizzò il vello e ne spremette la rugiada: una coppa piena d’acqua. Gedeone disse a Dio: «Non adirarti contro di me; io parlerò ancora una volta. Lasciami fare la prova con il vello, solo ancora una volta: resti asciutto soltanto il vello e ci sia la rugiada su tutto il terreno». Dio fece così quella notte: il vello soltanto restò asciutto e ci fu rugiada su tutto il terreno.
   Ierub-Baal dunque, cioè Gedeone, con tutta la gente che era con lui, alzatosi di buon mattino, si accampò alla fonte di Carod. Il campo di Madian era al nord, verso la collina di More, nella pianura. Il Signore disse a Gedeone: «La gente che è con te è troppo numerosa, perché io metta Madian nelle sue mani; Israele potrebbe vantarsi dinanzi a me e dire: La mia mano mi ha salvato. Ora annunzia davanti a tutto il popolo: Chiunque ha paura e trema, torni indietro». Gedeone li mise così alla prova. Tornarono indietro ventiduemila uomini del popolo e ne rimasero diecimila. Il Signore disse a Gedeone: «La gente è ancora troppo numerosa; falli scendere all’acqua e te li metterò alla prova. Quegli del quale ti dirò: Questi venga con te, verrà; e quegli del quale ti dirò: Questi non venga con te, non verrà». Gedeone fece dunque scendere la gente all’acqua e il Signore gli disse: «Quanti lambiranno l’acqua con la lingua, come la lambisce il cane, li porrai da una parte; porrai da un’altra quanti, per bere, si metteranno in ginocchio». Il numero di quelli che lambirono l’acqua portandosela alla bocca con la mano, fu di trecento uomini; tutto il resto della gente si mise in ginocchio per bere l’acqua. Allora il Signore disse a Gedeone: «Con questi trecento uomini che hanno lambito l’acqua, io vi salverò e metterò i Madianiti nelle tue mani. Tutto il resto della gente se ne vada, ognuno a casa sua». Egli prese dalle mani del popolo le brocche e le trombe; rimandò tutti gli altri Israeliti ciascuno alla sua tenda e tenne con sé i trecento uomini. L’accampamento di Madian gli stava al di sotto, nella pianura.
   Divise i trecento uomini in tre schiere. Consegnò a tutti trombe e brocche vuote con dentro fiaccole; disse loro: «Guardate me e fate come farò io; quando sarò giunto ai limiti dell’accampamento, come farò io, così farete voi. Quando io, con quanti sono con me, suonerò la tromba, anche voi suonerete le trombe intorno a tutto l’accampamento e griderete: Per il Signore e per Gedeone!». Gedeone e i cento uomini che erano con lui giunsero all’estremità dell’accampamento, all’inizio della veglia di mezzanotte, quando appena avevano cambiato le sentinelle. Egli suonò la tromba spezzando la brocca che aveva in mano. Allora le tre schiere suonarono le trombe e spezzarono le brocche, tenendo le fiaccole con la sinistra e con la destra le trombe per suonare e gridarono: «La spada per il Signore e per Gedeone!». Ognuno di essi rimase al suo posto, intorno all’accampamento; tutto il campo si mise a correre, a gridare, a fuggire. Mentre quelli suonavano le trecento trombe, il Signore fece volgere la spada di ciascuno contro il compagno, per tutto l’accampamento.
RESPONSORIO                   Cfr. 1 Cor 1, 27-29; Lc 1, 52
R.
 Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per
confondere i forti, e ciò che nel mondo è ignobile e
disprezzato, 
*
 perché nessuno possa gloriarsi davanti a
lui. 

V.
 Dio ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato
gli umili, 

R.
 perché nessuno possa gloriarsi davanti a lui.
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Mie riflessioni su questo brano

A volte i calcoli che noi facciamo, per affrontare le prove della vita, si basano su ragionamenti esclusivamente umani. Facciamo alleanze per poter fronteggiare nemici avendo a disposizione per difenderci eserciti quantomeno pari di forza, meglio se superiori dal punto di vista numerico e tecnico. 

Mi dico cristiano e ragiono come se Dio non ci fosse-
Parlo per me. Spesso, purtroppo, ragiono come se Dio non esistesse, con approccio realistico e pragmatico. Capita di dover affrontare persone: mi preparo al meglio per fare fronte ad obiezioni e ad eventuali critiche al mio ragionamento. Mi dirà così e io potrò rispondergli questo o quello. Capita di dover affrontare scelte. Cambiamenti. Fasi della vita che non avevamo messo in conto. 
Io spesso mi trovo a fare i conti per affrontare sfide come se Dio non ci fosse. Con la patente da cristiano e con la mentalità da ateo, da orfano auto-provvidente.

La preghiera mi serve ogni giorno per recuperare la certezza che Dio esiste- 
Eppure dovrei sapere che Dio esiste e si nasconde dietro gli avvenimenti della nostra vita. In effetti lo. Eppure è qualcosa che io cancello automaticamente ogni giorno e che attraverso la preghiera ho la possibilità e il compito di far riaffiorare alla mia coscienza di uomo. Dio affronta i miei nemici, soprattutto interiori, e lo fa con forze totalmente sproporzionate secondo un ragionamento umano. 
E' lui che mette i miei nemici, soprattutto interiori, ma anche quelli esteriori, nelle mie mani. 

Dio, nel caso di Gedeone, vuole che ci sia una sproporzione tra le forze in campo-
Inoltre, perché io non mi monti la testa, pensando che sia merito mio, cosa molto facile, crea una condizione in cui sia evidente la sproporzione tra le mie forze e quelle necessarie affinché io pervenga al successo. Perché sia chiaro che è stato o sarà necessario un suo intervento è necessario che questa sproporzione esista. 
Una sproporzione che mi getta nello sconforto nei momenti in cui la mia coscienza non ha presente davanti a sé che io non sono un orfano e che c'è Dio padre che agisce nella storia per il mio bene. 
Una sproporzione che invece riesco ad accettare con la fiducia di figlio in Dio padre nei momenti in cui, grazie alla preghiera, faccio emergere nella mia coscienza che Dio esiste. Che c'è. Che vede e provvede, come diceva sempre mio papà. Dio che si muove con i fatti della storia perché mi vuole bene e vuole che la mia esistenza vada a raggiungere la pienezza. Che la freccia della mia vita colga il bersaglio per il quale è stata da sempre pensata creata e scoccata. Dio c'è e agisce per il mio bene. Mi vuole bene. E vuole anche che questo sia chiaro alla mia coscienza. Come se mi dicesse: ti bastano trecento uomini per uccidere il nemico che ti ostacola. Mi basta la tua fiducia in me. Mi basta la tua convinzione che hai un Padre che provvede a te. Alla sproporzione di mezzi tra gli eserciti ci penso io.

La risposta di Gedeone- 
Mi immagino quando Gedeone ha fatto tornare indietro, alle loro case, ventiduemila uomini. Insomma. Non è una cosa da niente mandare a casa ventiduemila uomini dopo averli convocati alla guerra. "Ragazzi non servite più, grazie! Tranquilli potete andare a casa. Ciao". E poi da quelli rimasti, che non dice quanti sono, sceglierne solo trecento. Se fossi stato Gedeone qualche problemino me lo sarei posto. Sto mandando a casa ventiduemila uomini. Ho vissuto a Belluno e sono trentacinquemila abitanti.
Come se io avessi una quantità di gente pari a due terzi della città di Belluno. Li ho convocati per aiutarmi a combattere e li mando a casa. E scelgo di entrare in guerra con soli trecento uomini.

I dubbi e il peso da dare o meno al fatto che Dio si sia espresso-
"Ma sei sicuro? Ma allora il Signore che te li ha dati a fare ventiduemila uomini? Perché li mandi a casa ora?" Immagini quanti dubbi avrebbe potuto avere. Dubbi anche giustificati. Io al suo posto li avrei avuti e ne sarei stato schiacciato. L'esame di realtà è difficile. Però lui ha parlato con il Signore e sa che nel suo esame di realtà quel fatto conta. Cioè il fatto che glielo ha detto Dio. Dio ha detto di fare così. E questo ha una sua importanza. La sproporzione non è più tale se Dio si è coinvolto in questo. A questo punto il problema serio è che peso dò io al fatto che Dio si sia espresso. Quello diventa il vero punto importante. 

Avere la coscienza che Dio si impegna con noi nelle scelte della vita e ci aiuta-
Io non ho mai parlato con Dio, ma ci sono state delle volte della mia vita in cui ho capito che Dio mi stava indirizzando in una direzione piuttosto che in un'altra. E il fatto che io fossi certo che Dio aveva fatto capire al mio cuore che dovevo andare da una parte piuttosto che dall'altra, mi ha indirizzato. Penso a intuizioni che abbiamo. Mi vengono tanti esempi. Quando si sceglie o non si sceglie, dopo accurato discernimento, una persona come compagno o compagna di vita. O mi sono deciso per una professione. O per una missione. O si dice sì ad accudire in casa qualcuno. O ci si decide per una scelta importante. Conta questa certezza di avere accanto Dio e di sapere che lui si espone affinché noi riusciamo in una impresa. Lui agisce per il nostro vero bene. A Lui non serve il superfluo e agisce con poco: la nostra fede in lui e solo trecento uomini.

Imparare a discernere - 
E' essenziale però avere un discernimento. Vagliare i pensieri. Alcune cose potremmo inventarcele noi di sana pianta. Alcuni nostri ragionamenti sono fallaci, hanno premesse sbagliate o sono viziati da errori, visioni parziali. Serve discernere.
Il cristiano sostanzialmente è una persona che discerne. Don Fabio Rosini in uno dei suoi libri dice (poi recupero la citazione) il cane è un segugio. Il gatto è un predatore. Queste due caratteristiche fanno parte proprio del loro modo di affrontare la vita e di stare al mondo. Allo stesso modo del cane e del gatto, il cristiano, cioè una persona che sta cercando di imparare da Gesù Cristo come lui ragiona e come affronta la vita per appropriarsi di quel modo di pensare e agire, è una persona che discerne. 
E' la cosa più importante nella vita. Lo si impara facendolo e sbagliando. Lo si impara dialogando con Gesù nella preghiera. Lo si impara conoscendo la propria storia, il proprio modo di ragionare. Il modo che mi è proprio di sbagliare. Di prendere degli abbagli. Serve un lavoro molto umano, di conoscenza di sé stessi e degli altri. Serve conoscere la propria natura e conoscere gli uomini. E serve conoscere il modo di ragionare di Dio leggendo la Bibbia, il libro che ti legge e che cristallizza nelle sue storie le caratteristiche di questa presenza benevola che agisce nella vita degli uomini che è Dio. 

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